C’è molto fermento, in questo periodo, attorno alla “lama di luce”, strumento iconico attorno al quale abbiamo costruito, ormai tredici anni fa, la disciplina conosciuta come LudoSport. Abbiamo recentemente avuto modo di confrontarci con molti Enti, Federazioni e culture in diversi Paesi europei e non possiamo che essere entusiasti dell’interesse che abbiamo riscontrato: qualcosa davvero sta cambiando.
Volendo fare ordine in questo variegato mondo ci viene naturale distinguere, in ambito sportivo, tre fondamentali macrocategorie che potremmo definire come specialità di una singola grande disciplina: Light, Freestyle e Art.

Light

In questa categoria troviamo soprattutto, se non solo, LudoSport: una forma schermistica originale e completa in cui elementi dominanti sono il gesto tecnico e il colpo portato a contatto leggero, all’interno di un linguaggio comune strutturato e determinato, in modo che ogni atleta conosca lo stesso fraseggio e possa quindi comunicare con gli altri in modo divertente e appagante. A tal fine le protezioni sono ridotte all’essenziale per consentire la massima libertà di movimento, e la tecnica domina sulla prestanza fisica. La strutturazione didattica, poi, offre contenuti diversi in una progressione di complessità e ricchezza che prevede addirittura il confronto tra armi diverse (singola spada, doppia spada, bastone) impugnate da allievi provenienti da diversi paesi del Mondo nelle relative competizioni nazionali ed internazionali.

Freestyle

C’è poi un mondo ampio e variegato di metodi che vanno da convenzioni molto semplici a forme più strutturate di scherma corazzata o improntata a un vero e proprio “full contact”. Queste costellazioni sono presidiate da diversi soggetti, spesso limitati dai propri confini nazionali. In questo scenario si colloca ad esempio l’ormai celebre esperimento in fieri promosso dalla FFE Federazione Francese della Scherma, che adotta protezione totale per tutto il corpo e un singolo sistema schermistico semplificato, chiaramente ispirato alla canne de combat.
Esistono tuttavia altre forme nascenti, più “leggere” (niente corazza e convenzioni), ma non per questo meno tecniche o atletiche, quali l’esperienza che sta sviluppandosi in Italia in seno allo CSEN: si tratta di riuscire a creare una disciplina di contatto con maschera e presidi minimi che prenda spunto dalle varie tradizioni dei bastonieri italiani ed europei, per arrivare a delle competizioni che permettano alle diverse interpretazioni dei diversi atleti (scuole) di confrontarsi tra di loro, affinando e sviluppando attraverso il confronto una propria interpretazione della disciplina.
Considerata l’ampiezza e diversificazione di tutte queste realtà “libere”, sarebbe auspicabile un tavolo di discussione in cui istituire un regolamento comune e requisiti minimi di competenza nei docenti, a garantire la qualità del lavoro di studio fatto e una adeguata tutela dei praticanti. La attuale deregulation certo facilita l’autonomia, ma non giova alla creazione di quegli standard che sono parte integrante di un meccanismo di reale diffusione a livello internazionale.

Art

Il mondo che qui definiamo “Art” nasce dall’esigenza di non utilizzare la light saber ai fini di una competizione diretta, ma per creare coreografie e combattimenti preparati. Anche questa attività richiede una severa preparazione atletica e la capacità di memorizzare sequenze complesse. L’utilizzo della spada luminosa in questo caso è legato ad esigenze completamente diverse: la competizione non verte più sulla ricerca del punto sull’avversario, ma della performance, alla stregua della ginnastica o il pattinaggio.
Anche in quest’area il numero dei player è comunque significativo; la sfida per trasformare questa attività in un vero e proprio sport passerà necessariamente dall’istituzione di un sistema adeguato di gare, uno standard qualitativo di allenamento e regolamenti specifici.

Un movimento comune

Tante realtà, come abbiamo visto, accomunate da un unico strumento e da un mondo – quello istituzionale dello Sport – che sta iniziando a riconoscere il lavoro svolto da chi, negli anni, ha lavorato con questa meravigliosa arma di fantasia.

LudoSport accetta la sfida di partecipare a un movimento di sensibilizzazione degli organismi sportivi nazionali e internazionali nei confronti della disciplina che pratica e di tutte quelle che vorranno unirsi alla nostra voce.

Siamo convinti che ci sia posto davvero per tutti, all’interno di una piattaforma comune di valori e cultura e con la definizione di standard tecnici e regolamentari, per raggiungere i più alti livelli di autorevolezza in tutto il mondo. Serietà, professionalità e coscienza sono gli ingredienti indispensabili per intraprendere un cammino che probabilmente durerà anni ma che, di questo siamo certi, ci condurrà a ottenere il risultato che tutti desideriamo.

Il nostro motto “One name, one sky” racconta del nostro desiderio di unione.
E ora più che mai, l’unione fa la forza.